
Noodles di riso con pollo
Prendiamo una ricetta cinese e proviamo a replicarla italianizzandola un po'... ecco il risultato molto gustoso
Prendiamo una ricetta cinese e proviamo a replicarla italianizzandola un po'... ecco il risultato molto gustoso
Una versione rivisitata della famosa Caesar's salad. Un ottimo piatto unico che vi permetterà di convincere anche i più piccoli a mangiare un po' di verdura.
Ecco una gustosa zuppa di farro, proveniente dalla tradizione della città patrimonio UNESCO di Tivoli.
Un primo piatto gustoso, ottimo come portata unica, che mescola i sapori delle orecchiette, del broccolo e dello speck.
Una ricetta per un risotto originale, grazie al sapore e al colore del radicchio trevisano.
Ecco la ricetta per le fettuccine al sapore di mare, accompagnata da un vino bianco dal retrogusto fruttato ed elegante.
Un bel piatto di cotoletta alla bolognese: sugo, carne e tanto formaggio per un piatto sicuramente scenico e veloce da preparare
Un piatto tipico romano: i saltimbocca. Un involtino di carne ripieno di prosciutto e salvia
Un bel piatto di scaloppine con funghi, accompagnato da un po' di rughetta e da un vino dal profumo intenso e dal gusto fine
Un bel piatto di arista al latte, accompagnato da un vino Merlot rosso. Una cena per romantici
La preparazione della pasta alle vongole, un classico della cucina mediterranea
Un risotto con crema di scampi, ricetta dispendiosa ma, con un po' di attenzione, dà ottime soddisfazioni
Un bel piatto siciliano: non dolci, nessuna cassata e né cannoli ma una bella cotoletta di vitello
Un bel secondo piatto: straccetti di vitello con rughetta; facile e veloce da preparare
Preparazione della pasta al sugo di Gricia, una variante del sugo all'Amatriciana
La pasta all'amatriciana, ricetta tipica di Amatrice, un piccolo comune nella provincia di Rieti.
Preparazione di un bel piatto di Pennette al Salmone, ricetta che può essere semplice o raffinata, in base alle esigenze.
Forse si tratta del dolce più semplice da fare (se escludiamo un po' di Nutella su dei biscotti), ed è forse per questo che è tra i più apprezzati e preparati
Forse non è proprio famosissima dalle nostre parti, ma ormai è un fenomeno di dimensioni quasi planetarie. A quanto pare anche il resto del mondo ha ceduto al fascino del modello femminile che di solito coincideva con lo stereotipo della donna italiana. Formosa, matronale, sexy e brava in cucina. Tutte queste caratteristiche si trovano in Nigella Lawson, quarantenne inglese che ha fatto delle sue curve e delle sue abilità culinarie il suo punto di forza. La Lawson è ormai un'autorità nel mondo della letteratura gastronomica, grazie all'abile strategia che si basa sul suo aspetto fisico. Pur dichiarando ripetutamente di non essere una chef professionista, la cuoca britannica è ormai nota addirittura come la "Domestic Goddess" (Dea della casa), soprannome preso dal suo libro, "How to be a Domestic Goddess", che l'ha resa famosa in tutto il mondo. Ennesima riconferma della recente tendenza, volta a rivalutare le donne formose, Nigella è una delle donne più amate d'Inghilterra, apprezzata dal genere femminile per le sue forme morbide e il suo fascino, ma anche desiderata dagli uomini per le sue curve. Cosa dire della cucina invece? Il merito della Lawson sta nel trasmettere un genuino amore per la cucina e per il cibo, sottolineando come un pasto e la sua preparazione debbano essere considerati momenti di piacere e non come una tortura quotidiana cui sottoporsi. Lei stessa ha dichiarato che, pur non essendo una cuoca professionista, le sue arti culinarie sono dovute al fatto che lei ama stare tra i fornelli principalmente per piacere personale e che trova la cucina un passatempo terapeutico. La strategia vincente? Video-ricette in cui non mancano mai atteggiamenti sexy e doppi sensi non esattamente velati o casti (tanto da essere stata anche soprannominata da alcuni "the queen of food porn"), ricette facili, forme generose in evidenza e fascino retrò. Un mix che sembra assolutamente azzeccato e di successo, tanto che neppure un genio del calibro di Tim Burton ne è immune. Il regista ha infatti dichiarato di essersi ispirato proprio alla cuoca inglese, con le sue scollature e il suo décolleté più che generoso, per la creazione del personaggio della White Queen in Alice in Wonderland. È una donna bellissima quando cucina ha nello sguardo qualcosa di estremamente sexy, ma al tempo stesso di sinistro, quasi folle.
Una bevanda scaldacuore tipica dell'inverno, il vin brulé, è uno dei modi preferiti per rincuorarsi dalle giornate di freddo e gelo. Magari in compagnia di un buon libro accanto al camino, oppure in baita dopo una giornata sulla neve o a far comperere per mercatini. Le sue origini sono antiche e, nonostante l'aspetto spartano, possiede proprietà benefiche per sconfiggere le malattie da raffreddamento. Molto corroborante, riscaldante e disinfettante, deve la sua nascita alle mani sapienti dei frati che, nelle sere solitarie da monastero, si dilettavano a mescolare spezie e liquori per creare nuovo medicamenti naturali. Ideale se bevuto caldo, anzi bollente, crea un effetto mucolitico eliminando la sensazione di congestione nasale e di orecchie tappate. Questo è dovuto all'alcol che è un vasodilatore e contiene i polifenoli, inoltre è fondamentale la presenza dei chiodi di garofano che sono dei potenti antibatterici, della cannella che è nota per le sue proprietà specifiche antinfluenzali. A questo vanno aggiunte le qualità del limone e dell'arancia, fortemente antisettiche e balsamiche e ricche di vitamina C. Il vin brulé è conosciuto in tutto il mondo, ad esempio in Svezia si chiama Glogg, e le differenze nella ricetta sono minime. Vi illustriamo quella classica molto in voga e apprezzata da noi. Ingredienti: 1 litro di vino rosso fermo; 1 arancio; 1 limone; 3 stecche di cannella; 12 chiodi di garofano; 80 grammi di zucchero; mezza noce moscata grattuggiata (a scelta). Iniziate con lo sbucciare gli agrumi togliendo dalla buccia la parte bianca, che crea acidità, quindi versatele in una pentola alta insieme ai chiodi di garofano, le stecche di cannella e lo zucchero. A scelta potete grattuggiare mezza noce moscata. Di seguito, lentamente e mescolando, versate il vino. Accendete il fuoco mantenendo una fiamma bassa e, continuando a mescolare, portate a ebollizione. Proseguite la cottura per altri 5 max 10 minuti, sempre mescolando. Filtrate con un colino e servite bollente in tazze di ceramica.
Cucina cosmopolita e originale, quella indiana è ormai diffusa in tutto il mondo grazie a migliaia di ristoranti e alle loro proposte autoctone. Dal riso con le verdure, alle salse piccanti, alle zuppe al curry, la cucina indiana utilizza molte spezie e ingredienti che la rendono gustosa, innovativa ma, soprattutto, salutare. Secondo il dottor Shrikanth Anant, infatti, figura da anni impegnata nella ricerca contro il cancro, ingredienti come l'aglio, la curcuma, i peperoni, lo zafferano e lo zenzero (tanto per citarne alcuni) sarebbero degli ottimi ingredienti anticancro. Vanno sotto il nome generico di Curry e avrebbero delle importanti proprietà benefiche in grado di combattere i tumori in modo naturale, limitando, così, gli effetti collaterali delle terapie tradizionali. Il dottor Anant ha esposto i propri risultati durante l'Indian Science Congress di Chennai (India) che si è concluso il 7 gennaio. Ecco le sue parole: Il cancro è una malattia complessa. Nessuna terapia è una pallottola di argento. Deve essere una combinazione. Allora, stiamo cercando delle opzioni che possano rendere il trattamento più efficace. Dopo aver sperimentato con successo la curcumina sugli animali, il dottor Anant ha rivolto la propria attenzione agli esseri umani incontrando, ovviamente, lo scetticismo dei fedeli convinti alla medicina tradizionale.
L'anno è appena iniziato e noi partiamo con nuovo spirito per smaltire i chili di troppo, e magari affrontare nuovi percorsi di fitness per rimodellare il nostro corpo. Ma dalla tavola delle feste sono sicuramente avanzate piccole prelibatezze a cui è dura rinunciare. Per non parlare dei pandori e dei panettoni, non ancora consumati, che occhieggiano ruffiani da sotto i rami dell'albero di Natale. Una tradizione milanese vuole che un panettone vada conservato fino al 3 di febbraio, festa di San Biagio, per proteggere e preservare la gola dai malanni. Girando in rete, però, si possono trovare divertenti ricette per stravolgere il ruolo dei comuni dolci natalizi e trasformarli in primi e contorni gustosi. I due chef all'avanguardia Carlo Cracco e Davide Oldani hanno scritto un libro di ricette dove il panettone è protagonista, ma al posto della solita rivisitazione propongono antipasti, risotti, insalate, creme dove il dolce meneghino è trattato al pari del pane, come ingrediente fondamentale e prezioso. Sicuramente il panettone si può tagliare a cubetti, abbrustolire e aggiungerlo a un'insalata di songino e rucola come ingrediente sfizioso, oppure a una vellutata di piselli come se fosse un crostino di pane. C'è chi lo taglia a rondelle e lo completa con kiwi e arance da servire come tartina gustosa e un po' più leggera. Per un sapore alternativo, c'è la ricetta degli gnocchi di patate e panettone saltati con burro, bacon e timo piacevolmente scoperta sul blog La via del gusto. Ma per le più tradizionaliste e golose la proposta è la più classica: tagliare il pandoro a fette e spalmarlo di crema pasticcera, oppure mascarpone o crema di cioccolato. Oppure usare il panettone e il pandoro al posto del pane nella ricetta della torta paesana al cioccolato, in alternativa utilizzarli come ingrediente segreto per un tiramisù al cucchiaio o una crema in coppa. Le possibilità sono infinite, dalla rivisitazione del plumcake al pudding, dalle fette abbrustolite in forno da accompagnare al caffè della mattina, alle semplici fette da consumare in caso di necessità di dolcezza. L'importate come sempre è non esagerare nei quantitativi, magari condividendo con amici e parenti le nostre creazioni alternative, per congedare in allegria le feste.
L'anno nuovo è appena iniziato, ma un'altra festa ci aspetta: l'Epifania. Non è Befana se non c'è il carbone. Secondo la tradizione, la vecchina porta arance,dolci e noci ai bimbi buoni. E ripone tutto dentro una calza o dentro le scarpe che i piccoli le lasciano come dono, in sostituzione delle sue che, come recita la filastrocca, son sempre rotte e bucate. Ai bimbi meno buoni lascia del carbone. Il rito della Befana ha un legame antico con la terra, il significato dei doni è di tipo propiziatorio per il raccolto e per il nuovo anno. Lo stesso vale per il carbone, anche se portato ai bimbi meno buoni, svolge la funzione di talismano. Infatti il carbone riporta al fuoco, che si accende la sera del 6 gennaio, come elemento di buon auspicio e le cui ceneri un tempo venivano sparse sul terreno per ingraziarsi il raccolto. Ora il carbone è diventato un dolce di zucchero che i bimbi amano ricevere nelle calze, e sgranocchiare con gusto. Si compra in pasticceria oppure si può realizzare in casa. In rete abbiamo trovato tante ricette gustose. Gli ingredienti: 400gr di acqua, 400gr di zucchero, 100 gr di zucchero a velo, 1 albume, 1 cucchiaio di alcol puro per alimenti (oppure 1 cucchiano di vodka o grappa), 10 gocce di succo di limone, 7 max 8 pastiglie di carbone vegetale. La difficoltà della ricetta sta nel reperire il colorante nero per alimenti, è consigliato utilizzare il carbone vegetale, quello in pastiglie che si compra in farmacia. Ecco come realizzare il carbone dolce: versate l'acqua e lo zucchero in una pentola alta, portate tutto a ebollizione a fuoco medio, mescolando ogni tanto con un frustino a mano per evitare che lo zucchero si bruci. In una terrina a parte versate lo zucchero a velo, le gocce di limone, il cucchiaio di alcol, l'albume e il colorante alimentare. Se volete colorare il carbone di nero triturate le pastiglie di carbone vegetale e versatele nella terrina oppure, per la colorazione rossa o gialla, aggiungete un cucchiaino di colorante alimentare reperibile nei supermercati. Mescolate il tutto. Quando la colorazione del composto sul fuoco assumerà una tonalità ambrata, abbassate la fiamma al minimo e unitevi il composto della terrina. Mescolate velocemente con il frustino elettrico fino a far lievitare il tutto. Fermatevi, attendete che il composto cessi di lievitare, quindi versatelo in un tegame antiaderente leggermente oliato. Ripassatelo sul fuoco per un attimo, compattatelo con il cucchiaio di legno e fatelo raffreddare. Quindi spezzatelo simulando la forma del carbone e distribuitelo nelle calze dei vostri bimbi. Sarà un talismano davvero gustoso.
Come da tradizione, Natale è il momento giusto per concedersi qualche strappo alla regola e poter mangiare qualche dolce in più senza il pensiero delle calorie in eccesso. Uno dei dolci tipici di queste festività, uno dei più buoni e al contempo semplici da preparare, è il tronchetto di Natale di provenienza francese (Bûche de Noël): ecco come prepararlo. Questi gli ingredienti per la pasta biscotto: 10 grammi di maizena; mezzo cucchiaino di lievito in polvere per dolci; 80 grammi di fecola di patate; 3 uova; 1 bustina di vanillina; 80 grammi di zucchero. Per il ripieno, invece, servono: un cucchiaio di cacao amaro; 2 cucchiai di zucchero; 1 uovo; 2 cucchiai di cognac; 400 grammi di crema di marroni. Infine, per la crema: 70 grammi di burro; 200 grammi di cioccolato fondente. Innanzitutto è necessario preparare la pasta biscotto. Per ottenerla, bisogna montare a spuma 3 uova intere con 80 grammi di zucchero, e lavorare il composto fino a ottenere un impasto chiaro e gonfio. A questo punto va unita la vanillina e a poco a poco bisogna aggiungere sia la fecola di patate che la maizena, sempre mescolando a bassa velocità con la frusta elettrica. Infine, aggiungere il lievito, mescolare, versare il tutto in una teglia bassa e rettangolare coperta però dalla carta da forno. Cuocere a 150 gradi per circa 15 minuti, dopodiché procedere rovesciando con attenzione la pasta biscotto su un altro foglio di carta da forno. A questo punto, togliere la carta vecchia passandogli sopra con cautela uno strofinaccio umido per facilitare l'operazione. Quando la carta è stata rimossa, adagiare la pasta con la carta nuova su uno strofinaccio e lasciarla raffreddare per circa 10 minuti. Adesso si può procedere preparando la crema: bisogna montare a spuma l'uovo con due cucchiai di zucchero, aggiungere il cognac, il cacao in polvere e la crema di marroni. Mescolare il tutto con cura e spalmare la crema ottenuta sulla pasta biscotto, prima aiutandosi con la carta e poi con lo strofinaccio cercare di arrotolarla tutta strettamente per il lato lungo. Adesso bisogna lasciare raffreddare per qualche ora il tutto mettendolo in frigorifero. Ora è giunto il momento della decorazione e copertura del dolce. Quando è trascorsa qualche ora dalla sua deposizione nel frigorifero, bisogna eliminare una fettina di tronchetto dai due lati del rotolo in modo da lasciare le due parti estreme pulite e perfette. Tagliare poi in diagonale altre due fettine, una per ogni lato, e posizionarle con la base sul dolce, una sopra e una lateralmente: tutto l'insieme deve dare l'impressione di un ceppo con due pezzi tagliati, appunto queste due fettine messe in diagonale. Adesso è necessario fondere a bagnomaria il cioccolato rotto in pezzi e quando è sciolto unire il burro, farlo raffreddare un poco (ma non completamente) e ricoprire con questo composto il rotolo, lasciando però a vista le parti con il ripieno. Quando si nota che questo composto sta diventando solido, usare i dentini di una forchetta per formare dei disegni sulla superficie del tronchetto, e prima che il cioccolato diventi completamente duro, decorare con un mazzetto di bacche o un rametto di agrifoglio, dopodiché spolverizzare con un pochino di zucchero a velo e lasciare solidificare il tutto in frigorifero. Prima di servire, togliere il tronchetto di Natale dal frigorifero e lasciare che ritorni a temperatura ambiente, dopodiché tagliare e servire.