Le donne transgender respinte al confine in Ucraina: "Devono combattere"

Per via del passaporto con il nome e il genere maschili, il 90% delle donne transgender arrivata al confine è stata costretta a tornare indietro e imbracciare le armi.

Pubblicato il 23 marzo 2022

Sono donne, hanno affrontato l’intervento di cambio di sesso, ma al confine ucraino, mentre tentano di fuggire dall’orrore dell’invasione russa, centinaia di transgender sono state respinte. A bloccarle il loro nome e genere di nascita maschili sul passaporto.  “Le guardie ti spogliano e ti toccano ovunque. Puoi vedere suoi loro volti che si stanno chiedendo ‘cosa sei?’ come se fossi una specie di animale o qualcosa del genere”: è il racconto di una donna transgender, Judis, che intervistata dal Guardian ha parlato della paura che ha provato una volta arrivata alla frontiera ucraina. Dove è stata respinta.

Le leggi attuali in Ucraina infatti vietano ai cittadini maschi dai 18 ai 60 anni di lasciare il Paese: hanno l’obbligo di prestare servizio militare e difendere il proprio Paese. Secondo una delle associazioni per i diritti umani transgender ucraine, circa il 90% delle donne transgender arrivate al confine è stata quindi costretta a tornare indietro e imbracciare le armi.

“Sembra che le guardie di frontiera ucraine stiano impedendo anche alle persone trans con un certificato valido, che riflette il loro nuovo genere, di lasciare il Paese, e nessuno sa il perché”, è la denuncia di Olena Shevchenko, presidente di Insight, una delle poche associazioni pubbliche Lgbtq+ ucraine. Inoltre, molti cittadini transgender non riescono ad avere accesso ai farmaci per i trattamenti ormonali, la cui interruzione è un rischio per la salute.

Stando a quanto riporta l’International Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Intersex Association, scrive sempre il Guardian, l’Ucraina è al 39esimo posto su 49 Paesi europei per il trattamento complessivo riservato alle persone Lgbtq+, considerando anche che la chiesa cristiano-ortodossa vieta i matrimoni omosessuali, illegali anche per lo Stato.

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