
Francesca Sofia Novello, reggiseno a vista per la Chopard Night
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Mai sentito parlare di moda sostenibile e slow fashion? Ecco tutto quello che c’è da sapere
Negli ultimi anni, su giornali e riviste di settore, durante le presentazioni delle collezioni e le fashion week, si sente sempre più parlare di moda sostenibile: farsi un’idea sull’argomento, con informazioni scarse e a volte contrastanti, non è facile, per questo la nostra redazione vi porta alla scoperta di questo mondo, per capire cosa sia e quali sono i suoi vantaggi.
Il concetto di sostenibilità, del resto, si presta già di per sé a diverse interpretazioni. Che, però, hanno tutte un comune denominatore: il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile in ambito ambientale, economico e sociale. Per farlo è necessario avviare un processo di cambiamento in cui lo sfruttamento delle risorse, gli investimenti, lo sviluppo tecnologico e le istituzioni mirino a far fronte ai bisogni attuali dell’uomo, ma senza compromettere la capacità delle generazioni future di far fronte ai propri con la distruzione degli ecosistemi esistenti.
Cosa c’entra la moda in tutto questo? Moltissimo.
L’industria dell’abbigliamento è responsabile del 10% delle emissioni di carbonio del pianeta ogni anno. Questa percentuale è dovuta a marchi di tutto il mondo che producono i loro vestiti e gestiscono le loro attività in modo non etico, senza considerare l’impatto ambientale e sociale. Spesso si tratta di brand di fast fashion, che vendono a prezzi bassissimi capi di scarsa qualità, lanciando in continuazione nuove collezioni e dando vita a una moda “usa e getta”.
L’impatto negativo del settore dell’abbigliamento ha portato alla nascita della moda sostenibile e del movimento slow fashion. Vi aderiscono aziende che realizzano abiti con tessuti ecologici e fanno il possibile per mantenere il loro impatto ambientale al minimo possibile.
Cos’è, quindi, la moda sostenibile? È abbigliamento progettato utilizzando tessuti sostenibili come canapa, cotone biologico e cotone pima, che hanno un impatto minore sul pianeta. Ma non solo. Viene solitamente creato da marchi la cui missione principale è quella di produrre abbigliamento elegante e confortevole senza farne pagare le conseguenze all’ambiente. Ad esempio, molti brand di moda sostenibile utilizzano solo energia rinnovabile per gestire le fabbriche, scelgono materiali riciclati per tutti gli imballaggi di spedizione e creano il minor numero di rifiuti possibile (acqua, tessuto, ecc).
Il termine Slow Fashion è stato utilizzato per la prima volta nel 2007 da Kate Fletcher, Professoressa di Sostenibilità, Design e Moda presso l’University of the Arts di Londra. La Fletcher ritiene che quanto fatto finora dalle grandi aziende con colgano il vero significato della moda sostenibile che va ben oltre il concetto di decelerazione e che, invece, deve puntare a comprare sì meno indumenti ma puntando sulla qualità superiore e a una produzione fatta a condizioni eque.
I principali vantaggi della moda sostenibile? Si scoprono davanti al guardaroba. Ecco come potrete sentirvi meglio con ciò che indossate ogni giorno, sapendo che state supportando uno sviluppo ideale dei modelli produttivi, delle persone, del pianeta.
Articolo originale pubblicato il 10 novembre 2020
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