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Partorire con taglio cesareo aumenta il rischio di depressione post partum. Tra le cause una maggiore difficoltà nella ripresa fisica.
Abbiamo già parlato della sindrome “Too posh to push”, come viene chiamata la tendenza delle mamme inglesi a preferire il taglio cesareo a quello naturale anche quando non è necessario. Una nuova scoperta dell’Università di Taiwan, tuttavia, lancia un allarme rivolto ai potenziali pericoli che questo intervento chirurgico può causare.
Le donne che partoriscono con taglio cesareo sono più propense a soffrire di depressione post partum dopo la nascita del bambino. Questo è quanto affermano gli studiosi, che hanno passato in rassegna le condizioni fisiche e psicologiche di oltre diecimila madri.
Per le donne che fanno venire al mondo i loro bimbi in modo naturale, si parla di un rischio di Baby Blues inferiore di un terzo rispetto alle partorienti sulle quali si è intervenuto chirurgicamente.
Una differenza non da poco, considerando anche l’attuale preferenza di molte future mamme a programmare la nascita del bambino anche quando non sussistono problemi particolari che rendono complicato o impossibile un parto naturale.
Quali sono i motivi che determinano questo legame tra cesareo e depressione post partum? Si parla di più possibili fattori che portano una donna a non riuscire a vivere serenamente l’arrivo di un figlio, determinando uno stato di profonda solitudine e disagio esistenziale che, spesso, si protrae per diversi mesi dopo il {#parto}.
Secondo i ricercatori un parto non naturale potrebbe far nascere nella donna un senso di inadeguatezza, perché non ha partecipato attivamente alla nascita con tutti i pro e contro che il travaglio porta con sé in tutte le sue fasi. E ancora, le difficoltà legate alla ripresa fisica, che la maggior parte delle volte richiede qualche settimana, possono compromettere la salute psicologica della neo-mamma, soprattutto se a tutto ciò si aggiungono le normali difficoltà iniziali connesse alle prime cure del neonato.
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