Formaggi magri: quali sono e come sceglierli in dieta

Il formaggio non è nemico della linea. Diffidiamo dei latticini "light" e dei "falsi magri". L'importante è saper scegliere, ma anche non superare la soglia dei 50 grammi a pasto.

Aggiornato il 17 aprile 2019

Non esiste voglia che si possa depennare da una dieta dimagrante, un desiderio che si possa cancellare con un semplice colpo di spugna. Il formaggio fa gola, ma è anche noto per essere un alimento carico di grassi. Eppure non sappiamo farne a meno, se non nei casi particolari in cui è il medico a vietarci di mangiarlo. L’importante è sapersi controllare, scegliere i formaggi magri più adatti alla nostra dieta dimagrante e ricordarsi che il grande mito intorno al figlio prediletto del latte è già stato sfatato: i formaggi magri non esistono, ma non per questo sono nemici di un regime alimentare ipocalorico in tutto e per tutto.

Non andiamo contro noi stessi. A meno che la cosa non sia nociva per il nostro stato di salute mangiamo pure quello che ci va, ma con moderazione. Non esistono categorie di {#alimenti} da eliminare drasticamente, anche se nel caso del formaggio occorre fare particolare attenzione alle dosi. Ricordiamoci che in commercio se ne hanno di tanti tipi, e che ognuno ha dei valori nutritivi differenti. Solo in Italia si contano circa quattrocento qualità. Conoscerli è il primo passo, soprattutto se ci stiamo sottoponendo a una dieta dimagrante.

Come scegliere i formaggi magri: quali sono?

Meglio freschi o stagionati? Non esistono regole auree. Tutti i formaggi sono un concentrato del latte, e questo fa sì che siano degli alimenti ricchi di proteine in una percentuale che varia a seconda del tipo. La ricotta ne ha circa l’8-9 per cento, il parmigiano e il grana arrivano anche a 30. Abbondante è anche il calcio, amico delle ossa e famoso per le sue proprietà anti-fame. Poi il fosforo, e vitamine come la A e alcune del gruppo B in grado di facilitare la protezione della pelle. Infine vengono i grassi, ed è questa la vera nota dolente, soprattutto per i formaggi stagionati e più saporiti: meglio non superare i 50 grammi a pasto, o addio dieta dimagrante.

Mai fidarsi troppo delle versioni “light“. Tanto vale optare per la ricotta o per i fiocchi di latte, che non superano le 200 calorie all’etto. La mozzarella è una “falsa magra”, con il suo apporto calorico che oscilla tra i 200 e i 300, al pari della robiola e di altri a pasta molle. Seguono i formaggi stagionati, come il parmigiano, il grana, l’asiago o il pecorino (tre le 300 e le 400 all’etto). Poi vengono gli acerrimi nemici della dieta dimagrante, tra cui il caciocavallo e lo sbrinz, sopra la soglia delle 400 calorie.

Ma il formaggio, si diceva, è soprattutto una voglia, uno sfizio che ogni tanto è bene soddisfare. Ed è proprio la nostra golosità a portarci a fare qualche strappo di troppo alla nostra dieta. A darci una mano è la stessa consistenza dell’alimento che stiamo mangiando, vero e proprio indice di sazietà. Parmigiano e caciocavallo sono delle vere e proprie bombe caloriche, ma sono capaci di farci arrivare prima di altri formaggi a quel senso di appagamento che ci dà una mano a non superare la soglia dei 50 grammi a pasto. I fiocchi, e più in generale i latticini cremosi e quelli più molli, non soddisfano allo stesso modo. E consumarne più di un etto non è poi così difficile.

Ragion per cui i formaggi magri sono una sorta di truffa alimentare. Non perché non abbiano davvero delle caratteristiche nutritive più consone alla nostra dieta dimagrante, ma perché una volta ridotti i grassi il nostro palato ci chiede di mangiare di più. Allora meglio le versioni semigrasse a base di latte scremato o di capra. È preferibile, poi, ricorrere alle porzioni monodose, non troppo amiche dell’ambiente per via del packaging, ma di certo più indicate per perdere peso. Come sempre tutto comincia già da come e quanto riempiamo il nostro carrello.

Altro fattore a cui conviene fare attenzione è la temperatura del formaggio. Più è freddo più se ne mangia. Una volta venivano conservati in ambienti bui, umidi, e in cui non si scendeva mai sotto i 6 gradi. Oggi domina la legge del banco frigo, e questo non contribuisce affatto alla nostra dieta dimagrante, perché il sapore resta integro fino all’ultimo ed è più difficile dire basta. Per questo è buona regola riportare il formaggio a temperatura ambiente almeno mezzora prima di mangiarlo. Il palato sarà meno soddisfatto, ma regolarci sarà un po’ più facile.

Fonte: Riza.

Articolo originale pubblicato il 15 novembre 2011

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