
11 verdure che non gonfiano e i cibi antigonfiore per un pieno di benessere
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Come svezzare un neonato: le tappe a quattro, cinque e sei mesi di vita del piccolo con suggerimenti e consigli sugli alimenti da preferire.
Quando si diventa mamme per la prima volta, è inevitabile chiedersi: come svezzare un neonato? È più che plausibile porsi la domanda, vista l’inesperienza e, sebbene lo svezzamento del bambino segua regole molto generiche, non è da escludere che possano esservi anche delle eccezioni.
Quando si parla di svezzamento di un neonato, si intende tutta quella fase di vita del bambino in cui si iniziano ad introdurre alimenti alternativi al latte, ossia cibi solidi o semisolidi. Ma procediamo con ordine.
Si tratta di una fase che introdurrà gradualmente alimenti solidi o semisolidi, in modo tale che il bambino possa prendere familiarità con essi e abituarsi a nutrirsi di altro. L’inizio dello svezzamento dovrebbe avvenire attorno al sesto mese di vita del neonato ma non è escluso che in alcuni casi esso possa cominciare anche con un po’ d’anticipo (oppure in ritardo). Il periodo più favorevole dovrebbe però essere quello tra la diciassettesima e la ventiseiesima settimana di vita. La decisione può essere influenzata dal bambino stesso, che può essere più o meno pronto al momento in cui iniziare lo svezzamento. Cominciare il procedimento non significa però interrompere del tutto il nutrimento attraverso il latte, soprattutto quello materno: i cibi lo sostituiscono in parte ma non del tutto. Per il resto, l’allattamento materno potrebbe proseguire anche fino al secondo anno d’età del piccolo, così come suggerito dal Ministero della Salute nelle sue linee guida.
Iniziare lo svezzamento quando il bambino ha circa 4 mesi di vita si può, soprattutto se abbiamo ricevuto il via libera da parte del pediatra o della pediatra che lo segue. Il modo migliore per cominciarlo potrebbe essere quello di utilizzare la frutta, pera e mela in particolare. Si tratta di frutta che non dovrebbe creare problemi di allergie alimentari, che può essere data al bambino in piccoli pezzetti oppure schiacciata e che, soprattutto, è ricca di sali minerali e vitamine molto preziose per lui.
A partire dal quinto mese di vita del nostro bambino, possiamo cominciare ad introdurre altri tipi di alimenti più o meno solidi. Quali? Verdure passate; carne liofilizzata di ogni tipo (pollo, coniglio, manzo, agnello), avendo cura di variarla; cereali senza glutine come crema d’orzo, semolino oppure crema prodotta con più qualità di cereali. Variare e alternare questi cibi, accostandoli al latte, è un buon metodo per far sì che il bambino si abitui a mangiare molti più alimenti.
A partire dal sesto mese di vita del bambino, l’introduzione degli alimenti alternativi al latte può essere intensificata. Il bambino, crescendo, ha infatti bisogno di nutrienti che il latte, da solo, non è più in grado di assicurargli. Bisogna sempre ricordare, però, che intensificare l’introduzione di alimenti più o meno solidi non significa sovralimentare il neonato: le quantità di cibi devono essere tali per cui al piccolo sia garantita un’alimentazione sana ed equilibrata. Occhio anche alla qualità degli alimenti. Durante il suo sesto mese di vita possiamo continuare a somministrargli i cibi indicati in precedenza (verdure, carne, frutta e cereali), accostandoli sempre al latte, di cui sono complementari. Parlando di qualità, meglio cercare di evitare di fargli mangiare cose come cibi fritti, cioccolato oppure tutti quegli alimenti che troviamo in commercio e che non sono prodotti in modo specifico per i neonati.
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