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Sul lavoro non si devono confidare mai i propri segreti ai colleghi, mettendo a rischio impiego e carriera. Ecco le ragioni.
Ai colleghi di lavoro non bisognerebbe mai confidare segreti o pensieri profondi. La produttività in azienda può trarre beneficio se c’è affiatamento tra le persone che lavorano insieme, ma attenzione de si instaura un rapporto che rischia di andare anche oltre le quattro mura dell’ufficio.
Un feeling profondo tra colleghi di lavoro a lungo andare può portare conseguenze negative. Stiamo parlando della situazione in cui si arriva a confidare paure o perplessità che dovrebbero essere tenute segrete al proprio vicino di scrivania dubbi.
Esprimere stanchezza per il proprio impiego e affermare di volerlo cambiare, ad esempio, oppure dire di aver fatto un colloquio di lavoro per un altro posto, è uno dei passi falsi. Non si pensa mai alle conseguenze che quelle parole possono provocare.
La notizia si diffonde in pochissimo tempo all’interno del reparto in cui si lavora e senza accorgersene arriva all’orecchio del capo. Quella notizia può essere interpretata come mancanza di fiducia e fedeltà all’azienda e sicuramente, se poi si concluderà in un nulla di fatto, comprometterà un possibile salto in avanti nella carriera.
Se, invece, si ha intenzione di apportare delle modifiche più o meno importanti al proprio impiego, un buon consiglio da seguire è quello di confidarsi con un collega che beneficerà insieme a voi di quel determinato cambiamento e perciò avrà tutto l’interesse ad appoggiarvi.
Altro ostacolo è rappresentato dal rapporto che si instaura con il collega; se si va oltre l’ambito lavorativo e si coinvolge l’aspetto sentimentale, da quel momento in poi non ci sarà pace. La notizia circola sotto forma di pettegolezzo e rappresenta una manna per i colleghi che aspettano solo un’informazione del genere per screditarvi.
Attenzione anche alle confidenze sul lavoro che riguardano abitudini strettamente private; bisogna limitare i resoconti dettagliati su come si è passato il weekend, perché solitamente si impiega una vita per costruire un’immagine impeccabile di sé in ufficio e bastano cinque minuti per buttare giù tutto.
Se si è passato il sabato e domenica all’insegna del divertimento puro, confidarlo nel luogo di lavoro potrebbe cambiare l’ottica con la quale si è visti dai propri colleghi, e se per caso il lunedì seguente si è costretti a chiedere un giorno di malattia perché il fisico non ha retto i bagordi dei due giorni precedenti, ciò può rappresentare motivo di pettegolezzo.
Rimanendo nell’ambito del giorno di malattia, accade almeno una volta nella vita lavorativa di tutti di non aver voglia di andare a lavorare, e dunque ci si prende un giorno di riposo. Ma attenzione anche qui a non raccontare ad altri che non siano amici fidati le vere motivazioni, altrimenti l’etichetta di fannullone è assicurata.
Ѐ ovvio che se si parla di un solo giorno di malattia difficilmente vi si potrà torcere contro; discorso diverso se i giorni diventano due, tre o anche più. Può esser messa in discussione l’onestà, a maggior ragione se al rientro vi mostrerete con un’abbronzatura invidiabile o con altri segnali che dimostrano il perfetto stato di salute.
Fino a ora sono state descritte sempre situazioni in cui intercorrono buoni rapporti tra colleghi di lavoro. Ma la situazione è più grave quando non scorre buon sangue con un collega o addirittura con il capo. Bisogna sempre cercare di non far trapelare un’eventuale antipatia; mai parlare alle spalle del collega con un altro, perché si mette a rischio la propria profesionalità.
Quanto possa essere difficile lavorare in un ambiente ostile che potrebbe minare il morale dell’intero reparto, poi, è presto detto. Può succedere di avere qualcosa nel proprio passato che, se scoperta, può rovinare la reputazione e addirittura mettere a rischio il posto di lavoro.
Se, ad esempio, la fedina penale risulta macchiata, anche se ingiustamente, è sempre meglio tenerlo nascosto; ci sarà sicuramente chi, in mala fede, cercherà di ingigantire il fatto procurando così un danno notevole. Dunque, per tutte queste ragioni è essenziale pensarci bene prima di confidarsi con il proprio collega.
Fonte: Hrworld
Articolo originale pubblicato il 28 novembre 2011
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